Confermate le voci che parlavano di nuove iniziative

Il piano regionale varato dall’ARS è stato considerato tardivo ed insufficiente per fronteggiare la crisi in piena emergenza idrica e di foraggi. I trattori marceranno verso Cefalù e altre località turistiche

Risposte inadeguate o insufficienti. Questa la sintesi delle motivazioni addotte dalla delegazione siciliana del comparto agroalimentare in merito alla rottura del dialogo tra le aziende agricole ed il governo della Regione, che si era aperto con un tavolo tecnico. Ieri, fanno sapere dai comitati spontanei, si è tenuto un confronto in Assessorato regionale dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, “presieduto da alcuni funzionari, in assenza delle figure politiche di riferimento”.

La delega per il predetto assessorato non è stata conferita dopo l’estromissione di Luca Sammartino e l’assessore ad interim, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, non ha partecipato al tavolo. La crisi e le emergenze mordono e le aziende non ritengono quelle poste in essere misure adeguate a fronteggiare ciò che definiscono “ormai innegabile stato fallimentare di migliaia di aziende, sia agricole che zootecniche”.

Protesta dei trattori in Sicilia: la mobilitazione era nell’aria

Che i trattori si preparavano a scaldare i motori in vista di nuove manifestazioni di protesta era voce pervenuta al nostro quotidiano già prima della discussione in aula del disegno di legge con variazione di bilancio dello scorso giovedì, quando le opposizioni sono riuscite a far passare – ad Assemblea regionale siciliana semideserta – un emendamento che ha spostato sul capitolo “contributo alle aziende della zootecnia per acquisto foraggio” cinque milioni di euro, destinati alla ricapitalizzazione dell’Azienda Siciliana Trasporti, e raddoppiando così il fondo divenuto di dieci milioni di euro.

La voce di un possibile nuovo corteo di trattori è adesso confermata per la data del primo di giugno ed i comitati spontanei di basse Madonie, Valle del Torto, Nebrodi, bivio Gulfa e Dittaino, comunicheranno in Questura e Prefettura la località di Cefalù per il nullaosta sull’ordine pubblico.

Protesta trattori in Sicilia, il piano regionale varato all’ARS

Il 14 maggio la Commissione bilancio dell’Assemblea regionale siciliana esitava stralcio della manovra finanziaria con cui dava seguito alla deliberazione del 20 febbraio della Giunta regionale. Date importanti, perché lo stato di crisi dell’agroalimentare siciliano era stato annunciato già a gennaio e in crescendo di manifestazioni e cortei di protesta mentre in Sicilia si prendeva consapevolezza dell’inverno privo di piogge e delle naturali conseguenze che questo avrebbe prodotto.

Dalle proteste per la crisi di comparto, con rivendicazioni relative alle importazioni di frumento, alle Politiche Agricole Comunitarie, agli incentivi di settore che svantaggiavano le piccole e medie aziende bio siciliane, si è passati alla grave emergenza di un’isola in cui le piogge assenti hanno quasi azzerato gli invasi e bruciato la semina da foraggio.

A metà maggio approda in aula all’Ars uno stralcio di Disegno di legge finanziaria contenente 8.600.000 euro destinati al Dipartimento regionale della protezione civile “per porre in essere interventi di contrasto alla crisi idrica” in Sicilia, 400.000 euro all’Autorità di bacino per prelievi idrici straordinari all’interno degli alvei fluviali, 400.000 euro per l’erogazione di contributi in favore delle imprese agricole che esercitano attività di allevamento operanti in Sicilia e che praticano la transumanza intra-regionale dei bovini, 5.000.000 euro – poi raddoppiati con emendamento in aula – per l’acquisto diretto di foraggi da parte della Regione o per l’erogazione di un contributo per il medesimo acquisto.

Protesta trattori in Sicilia, misure insufficienti e lente

Oltre un milione di capi di bestiame in Sicilia, dei quali oltre quattrocentomila sono bovini adulti, dovrebbero dividere un contributo di dieci milioni di euro di foraggio. Pochi spiccioli, secondo gli allevatori, in un momento in cui i capi di bestiame vengono abbattuti e venduti per l’impossibilità di sfamarli. Inoltre, l’approvazione del reperimento delle risorse non è sinonimo di immediato intervento. Non è chiaro quante settimane, o mesi, ci vorranno per reperire risorse idriche per l’agricoltura e foraggio per gli animali. A fronte di quanto determinato dal governo regionale in sostegno all’agroalimentare, definito inadeguato dai diretti interessati, la delegazione del comparto ha visto un tavolo tecnico in cui mancavano referenti politici e perfino il direttore generale del Dipartimento agricoltura – da quanto abbiamo appreso – era assente. La chiusura dell’incontro è stato pertanto il nullaosta al ritorno alla protesta del comparto.

Protesta trattori in Sicilia nelle località turistiche

Per il primo giugno i trattori manifesteranno a Cefalù, gettonatissima perla turistica siciliana in provincia di Palermo. Ma la prima manifestazione in programma non sarà l’unica in località turistiche con la stagione del turismo siciliano in rampa di lancio. Sul nullaosta per l’ordine pubblico non sembrano preoccupati. Presi contatti dal Quotidiano di Sicilia con alcuni promotori della nuova ondata di proteste, le risposte ricevute hanno manifestato la chiara intenzione di protestare con o senza il via libera della Questura.

Dietro questa nuova, forte determinazione a far marciare i trattori pare esserci il “disinteresse del governo regionale ed anche di quello nazionale” verso un settore strategico per il Pil e per le caratteristiche peculiarità della Sicilia enogastronomica.

Protesta trattori in Sicilia, necessari ma non considerati

“Consapevoli che la concreta azione per affrontare nella sua interezza la crisi agricola fosse passata dall’approvazione della dichiarazione dello stato di emergenza nazionale del 06 maggio scorso – ci comunica la delegazione all’esito dell’incontro in Assessorato regionale – ed avendo elaborato l’inconsistenza, sia nella tempistica che nei contenuti, dei provvedimenti regionali, dello stato di emergenza e del decreto agricoltura, privi di ingenti e imminenti risorse da destinare urgentemente alle aziende ormai al collasso, nella completa assenza di un reale impegno e sostegno della classe politica siciliana e nazionale, che ha del tutto abbandonato al proprio destino tutto il comparto agricolo siciliano, principale fattore economico regionale che ne determina più del 50% del Pil, i rappresentanti dei comitati e presidi presenti, nel  condividere la scelta di sospendere il tavolo tecnico istituzionale permanente, comunicano ufficialmente il ritorno alla protesta”.

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