Savona. I finanzieri del comando provinciale di Savona hanno condotto una complessa attività di indagine nel settore dei crediti d’imposta, riconducibili a bonus in materia edilizia ed energetica, con particolare riferimento all’Ecobonus e al Bonus facciate.

Dagli accertamenti effettuati (in sinergia con i funzionari dell’Agenzia delle Entrate) è stato accertato come i crediti d’imposta fossero del tutto inesistenti, in quanto ottenuti tramite l’utilizzo di false fatture per lavori da eseguire o in corso di esecuzione su immobili di proprietà di soggetti residenti nel territorio savonese.

L’attività del gruppo, poi, ha consentito di appurare come la truffa messa in atto dalle società operanti sul territorio della provincia fosse stata replicata su scala nazionale da altre aziende del settore, in molti casi risultate vere e proprie società “fantasma” oltre che evasori totali o con volumi d’affari inconsistenti, prive di immobili a cui poter associare le lavorazioni edilizie finalizzate all’ottenimento dell’agevolazione così come di fatture attive/passive volte a comprovare l’effettiva esecuzione dei lavori.

In particolare alcuni dei soggetti coinvolti nella truffa sono risultati percettori del Reddito di cittadinanza, altri gravati da precedenti penali specifici, tra i quali anche reati nel settore della spesa pubblica, altri ancora avevano generato e/o accettato crediti con soggetti con cui avevano un legame di parentela (marito/moglie, madre/figlio). Infine, alcune società generatrici di crediti fittizi avevano acquistato a loro volta ulteriori crediti della specie, come nel caso di un soggetto che aveva acquistato crediti in qualità di persona fisica da una società da lui stesso rappresentata.

In aggiunta, una parte dei soggetti coinvolti aveva già effettuato una indebita compensazione, conseguendo illeciti ed apprezzabili vantaggi fiscali, mentre un’altra aveva acquistato blocchi di crediti fittizi dal valore nominale di centinaia di milioni di euro a fronte di un irrisorio corrispettivo effettivamente versato.

Grazie all’analisi dei flussi delle cessioni dei crediti fittizi e alle complessive indagini svolte dalla Guardia di Finanza il GIP, su richiesta della Procura della Repubblica di Savona, che ha coordinato le indagini, ha emesso un decreto di sequestro preventivo come previsto dall’articolo 321 del Codice Penale, per l’importo di un miliardo di euro da eseguire sul cassetto fiscale dei 311 soggetti economici coinvolti, detentori dei crediti d’imposta.

Sotto l’egida della locale Procura della Repubblica, si è dato avvio a 85 perquisizioni nei confronti sia di tutte le società generatrici dei crediti fittizi sia dei relativi rappresentanti legali, con l’impiego di oltre 250 militari nelle seguenti regioni: Liguria, Piemonte, Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige, Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Campania e Puglia.

L’intervento delle Fiamme Gialle savonesi conferma ancora una volta l’assoluta rilevanza dell’azione del Corpo a tutela della legalità economico-finanziaria del Paese volta, tra l’altro, a contrastare ogni tipologia di frode in materia di agevolazioni fiscali al fine di tutelare l’economia sana del Paese oltreché salvaguardare le legittime aspettative di famiglie ed imprese operanti nella legalità.

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