REGGIO CALABRIA «È una sfida entusiasmante quanto difficile, sono pronto ad affrontarla. Sono molto contento di essere qui, per dare il mio contributo al territorio». Si presenta così Salvatore La Rosa, nuovo questore di Reggio Calabria, successore del reggino Bruno Megale, nominato invece questore di Milano. Dalla questura di Ragusa a quella di Trapani, La Rosa, 62 anni è entrato nella Polizia di Stato nel 1989, quando ha vinto il concorso di vice commissario.
Originario di Messina, dove si è laureato in Giurisprudenza, ha diretto i commissariati di Priolo Gargallo, Avola, Noto, Lamezia Terme e Gela. Ha lavorato, inoltre, alla squadra mobile di Siracusa dove è stato anche capo di gabinetto della stessa questura dal 2007 al 2012, anno in cui ha svolto il ruolo di vicario del questore di Messina. Nel 2016 è stato ammesso a Roma al corso di Alta formazione alla Scuola di perfezionamento per le forze di polizia. Nel giugno dell’anno successivo ha conseguito il titolo dell’Alta formazione e, all’università La Sapienza”, il master di II livello in “Sicurezza, Coordinamento Interforze e Cooperazione Internazionale”.

«L’attività repressiva non basta»

«Sono molto contento e soddisfatto di questo incarico in una questura che era alla guida di un gigante del settore, Mario Megale», ha spiegato La Rosa che ha parlato del lavoro necessario sul territorio di Reggio Calabria: «In questo momento credo che l’attività repressiva sia assolutamente necessaria perché dà la possibilità di mettere in sicurezza alcune situazioni, però penso che l’attività repressiva da sola sia perdente, non riesce a sbloccare queste situazioni». «Abbiamo bisogno – ha aggiunto – di una rivoluzione copernicana culturale in generale, lo dico per tutto il Sud e non solo per Reggio Calabria. Noi daremo il nostro contributo con il nostro lavoro per cercare di avere memoria di quello che è accaduto, ancora però non c’è una mentalità complessiva della popolazione che si sganci da questa sudditanza psicologica nei confronti della criminalità organizzata». La Rosa ha quindi rimarcato l’importanza del ricordo: «Tra qualche giorno ci sarà l’anniversario della strage di Capaci e poi di via D’Amelio, avvenimenti scolpiti nel nostro cuore, spesso soprattutto molti giovani non hanno piena contezza di quello che è accaduto ed è per questo che noi abbiamo l’obbligo di mantenere viva la memoria testimoniando, oltre che facendo».

Estorsioni, il messaggio a imprenditori e commercianti

Il nuovo questore, parlando della piaga delle estorsioni, ha lanciato un messaggio agli imprenditori e ai commercianti del territorio: «La cosa più importante è collaborare, venire in Questura, andare dai carabinieri, in Procura, e raccontarci anni di vessazioni». «Chi non collabora – ha concluso La Rosa – non fa altro che mettersi nelle mani di usurai e soggetti senza scrupoli che non fanno altro che inghiottire totalmente le attività che sono andate avanti con tantissimi anni e anni di sacrifici». (m.ripolo@corrierecal.it)

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