ANCONA L’acquisto di un’auto, attraverso la stipula di un finanziamento, ma anche i soldi spesi per comprare gioielli, i prelievi al bancomat e i bonifici. In tutto, vettura esclusa, la procura contestava uscite indebite per circa 25mila euro. Indebite perché, stando agli inquirenti, dietro i movimenti bancari di un disabile di 65 anni c’era lo zampino di una brasiliana di 52. 

L’accusa

La donna, che si era avvicinata all’anconetano con modi gentili e amichevoli, è finita a giudizio con l’accusa di circonvenzione di incapace. Ieri, il giudice Corrado Ascoli l’ha condannata a due anni di reclusione. Dovrà risarcire la vittima, parte civile con l’avvocato Maria Laura Seracchini, con 13mila euro. La denuncia risale al 2018 ma è da almeno tre anni prima che sarebbero iniziate le spese folli del 65enne, sottoposto alla procedura dell’amministrazione di sostegno per i suoi deficit mentali.

Stando a quanto emerso nel corso delle indagini, l’imputata avrebbe fatto leva sui sentimenti benevoli dell’anconetano per indurlo a compiere operazioni finanziarie in suo favore. Una su tutti, l’acquisito di un’auto Dr dopo aver stipulato un finanziamento per la copertura delle rate. Inizialmente, stando alla contestazione della procura, la vettura era co-intestata a vittima e imputata, poi lei sarebbe riuscita a conseguire la proprietà esclusiva.

Le spese

La procura contestava anche versamenti e prelievi per circa 14mila euro in favore della 52enne in un solo mese, quello di agosto 2015. Sempre in quel periodo, sono stati rilevati pagamenti elettronici a favore di una gioielleria per circa 700 euro. E ancora: tra maggio 2016 e giugno 2017 sono stati registrate transazioni per 4.400 euro verso l’imputata. Lei avrebbe prelevato soldi dalla carta di debito del 65enne anche quando lui era ricoverato all’ospedale.

 

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