Dalle navi da guerra ai jet, passando per i carri armati e gli scudi anti missili. Ma anche tantissima ricerca, dal settore delle telecomunicazioni a quello dell’intelligenza artificiale. Sono i 54 progetti per il potenziamento dell’industria della difesa Ue che sono stati selezionati nel nuovo round di finanziamenti dell’Edf, il fondo europeo per la difesa. In totale, le risorse ammontano a 1 miliardo di euro e prevedono risorse per consorzi costituiti da aziende, università e centri di ricerca dei diversi Paesi Ue. Una buona fetta di queste risorse arriveranno in Italia, a partire dai giganti del settore, Leonardo e Fincantieri, che hanno fatto incetta di finanziamenti. 

Fincantieri e la prima nave da guerra europea

Una delle iniziative più importanti (soprattutto da un punto di vista dell’esborso finanziario) è guidata proprio da Fincantieri: è l’European patrol corvette (Epc), progetto che mira alla costruzione di una nuova classe di navi da combattimento che si possano adattare alle varie marine militari del blocco. Varato nel 2021, l’Epc ha già ricevuto 60 milioni di euro da un precedente finanziamento dell’Edf e vede, oltre all’Italia, anche aziende di Francia, Spagna e Grecia. Il nuovo round di finanziamenti Ue ammonta a ben 154 milioni (il 15% del totale dei fondi stanziati). 

Fincantieri è dentro anche ai progetti Admirable (10 milioni) e Calipso (24,9). Admirable, si legge nella scheda del progetto, “migliorerà le capacità delle navi militari europee investendo in tecnologie di produzione avanzate e in materiali compositi”. Calipso punta invece allo sviluppo di “soluzioni di propulsione innovative per la difesa terrestre e navale”. Tra i partner del consorzio di Calipso ci sono anche le italiane Iveco e GE Avio. Iveco è a sua volta capofila di Archytas, consorzio che riceverà 19,9 milioni per “indagare e studiare la fattibilità di acceleratori di intelligenza artificiale non convenzionali per applicazioni di difesa”. 

La bandiera tricolore svetta anche su Lace, consorzio guidato dal nostro Centro nazionale di ricerche (Cnr) e che vede tra i partner anche Mbda Italia, branca del principale consorzio europeo Salvacostruttore di missili e tecnologie per la difesa, di cui fa parte Leonardo. Lace riceverà 3,9 milioni di euro per “lo sviluppo di laser avanzati che potrebbero avere applicazioni civili e militari”, si legge nella scheda del progetto.

Leonardo campione di incassi

A proposito di Leonardo, il gigante della difesa italiano, come nelle precedenti occasioni, fa incetta di finanziamenti Ue un po’ in tutti i campi, dall’aeronautica ai mezzi terrestri. È capofila in due maxi progetti: EmissaryE-cuas. Il primo, che riceverà un contributo di 100 milioni di euro, prevede “lo sviluppo di una rete di sensori avanzati e di un software militare di comando e controllo” per la sicurezza spaziale. E-cuas è un progetto da 71,1 milioni di euro che mira a “far progredire le tecnologie di difesa contro i sistemi aerei senza equipaggio, come i droni”, spiega la Commissione europea. Attraverso Mbda, è tra i partner di punta del maxi progetto Hydis, sostenuto con 80 milioni di euro per la progettazione di un sistema di difesa aerea contro i missili ipersonici.

Leonardo rientra anche nel consorzio del progetto Esoca, altra iniziativa di punta dell’Idf: finanziato con 20 milioni, il progetto mira a studiare e valutare le “diverse opzioni per la futura flotta di trasporto aereo strategico europeo”. Restando nell’ambito dell’aviazione, Leonardo (insieme al Politecnico di Milano e a Elettronica spa) partecipa anche al progetto NG-MIMA (30 milioni di finanziamento) che si concentra sugli equipaggiamenti di pilotaggio degli aerei militari di prossima generazione. Ancora Leonardo, insieme a Iveco e altre 7 aziende italiane (tra cui la giovane startup Aisent, specializzata nell’intelligenza artificiale), fa parte del consorzio Marte, che ha ottenuto 20,2 milioni per sviluppare il prototipo di una nuova tipologia di carri armati, ed è membro di Aida, progetto da 32,4 milioni incentrato sulla cyberdifesa (e di cui fa parte anche la startup italiana Gyala). 

Da segnalare la collaborazione dei due giganti italiani, Leonardo e Fincantieri, nel consorzio Seacure, che riceverà 55 milioni per lavorare a “un sistema integrato di piattaforme senza equipaggio per eseguire operazioni congiunte di guerra antisommergibile e sui fondali marini per proteggere le infrastrutture marittime critiche”.

Elettronica e le università

Tra le aziende italiane più presenti nei progetti dell’Edf c’è anche Elettronica spa, che guiderà l’iniziativa Carmenta Pf, volta alla progettazione di un prototipo e ai test di “un sistema di nuova generazione che aumenterà la sopravvivenza dei velivoli ad ala fissa e ad ala rotante”. Il progetto riceverà un contributo di circa 33 milioni. Elettronica, oltre al già citato Emissary, fa anche parte del consorzio Fespan (21,6 milioni) insieme al Consorzio nazionale interuniversitario per le telecomunicazioni, Fondazione Links e Free Space. 

Tra i progetti che vedono impegnate le università e i centri di ricerca italiani si segnalano Ecosystem, di cui fa parte il Politecnico di Torino, e Triton, che vede tra i membri l’Università di Genova. Spazio anche per startup nate attraverso spinoff universitari, come Hit09 srl, che partecipa al progetto Demethra, che “studierà tre nuove tecnologie scramjet per la realizzazione di un veicolo ipersonico e affronterà le sfide dei motori a combustione supersonici”. 

Infine, da segnalare il caso della sarda Nurjana Technologies, che guiderà il progetto Staalion, finanziato con 5,9 milioni dall’Ue e di cui fa parte anche la veneta Officina stellare: l’iniziativa mira a migliorare le conoscenze scientifiche per la difesa dei satelliti europei da eventuali attacchi.

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