“Nell’ultimo triennio, gli investimenti hanno dato un contributo sostanziale all’attività economica in Italia, con un impulso importante – seppure decrescente nel tempo – dal comparto delle Costruzioni, grazie agli incentivi governativi a sostegno dell’edilizia”.

Lo ha evidenziato l’Istat nel Rapporto annuale 2024 “La situazione del Paese”, presentato mercoledì 15 maggio 2024 a Roma presso Palazzo Montecitorio.

Superbonus

L’Istituto Nazionale di Statistica si riferisce in particolare al cd. Superbonus, introdotto nel Decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 (decreto Rilancio).

“Nell’ultimo anno la crescita degli investimenti, seppur in rallentamento rispetto al 2022, è stata più differenziata: al contributo delle Costruzioni si è associato quello dei Mezzi di trasporto, dei Prodotti di proprietà intellettuale e, in misura minore, di Altri impianti e macchinari e Apparecchiature ICT”.

Un esercizio di simulazione sugli effetti di propagazione sul sistema produttivo di un aumento degli investimenti in costruzioni, sia pure con alcune limitazioni, consente di identificarne i principali beneficiari dal punto di vista settoriale e per dimensione e assetto proprietario delle imprese. L’Istat ha aggiornato ed esteso l’analisi di simulazione realizzata sulla base di uno strumento sperimentale, le Tavole Input-Output estese riferite al 2021, proposta durante l’Audizione dell’Istituto nell’ambito dell’“Indagine conoscitiva sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica derivanti dagli incentivi fiscali in materia edilizia”, tenuta il 24 maggio 2023 di fronte alla V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione) della Camera dei deputati.

Moltiplicatore a 0,84

“In aggregato, un aumento degli investimenti in costruzioni – con riferimento alle relazioni intersettoriali del 2021 – avrebbe un effetto sul valore aggiunto del sistema pari a 0,84 volte la spesa. Il 54 per cento dell’impatto si concentrerebbe nel settore delle Costruzioni, poco più di un terzo si distribuirebbe nei comparti di filiera direttamente o indirettamente fornitori, e il resto sugli altri settori”, riporta l’Istat. I comparti che maggiormente beneficiano dello stimolo sono, tra i servizi, le attività professionali, seguite dai servizi di trasporto e magazzinaggio e dall’aggregato degli altri servizi alle imprese; nella manifattura, i prodotti nell’aggregato di gomma, plastica e lavorazione dei minerali non metalliferi, e il settore metallurgico e dei prodotti in metallo.

“Nel complesso, la maggior parte degli effetti riguarda comparti caratterizzati da una produttività del lavoro inferiore alla media nazionale e da una maggiore frammentazione delle relazioni produttive.

Nel settore edile l’83,4 per cento dell’aumento di valore aggiunto si concentra nelle imprese sotto i 50 addetti, mentre negli altri settori il ruolo delle piccole imprese scende al 62,2 per cento. Considerando l’assetto proprietario, oltre l’80 per cento dell’attivazione è distribuita a imprese domestiche, circa il 12 per cento a multinazionali italiane e il resto a filiali di imprese estere”.

Finanza pubblica e crediti Superbonus

Sul fronte della finanza pubblica, la forte crescita delle uscite in conto capitale “riflette principalmente la registrazione dei crediti fiscali connessi alle agevolazioni edilizie relative al superbonus, che nel conto delle amministrazioni pubbliche sono contabilizzati per l’intero importo maturato nell’anno di formazione del credito invece che negli anni del suo effettivo utilizzo in compensazione fiscale da parte dei beneficiari. Negli anni di operatività del superbonus (2020-2023) e del bonus facciate (2020-2022), la spesa complessiva per queste agevolazioni supera i 175 miliardi”, rileva l’Istat.

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