Superbonus, è in arrivo un maxi emendamento al DL n. 39/2024 che introduce nuove restrizioni: limiti all’uso dei crediti maturati, obbligo di ripartizione in 10 anni anche per il bonus barriere architettoniche e tanto altro ancora. Diamo un’occhiata alle ultime importanti novità. 

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Il Governo ha presentato un emendamento nell’iter di conversione del DL 39/2024 contenente disposizioni volte ad introdurre alcune limitazioni all’utilizzo in compensazione dei crediti fiscali maturati. Nel dettaglio, sono 5 i nuovi articoli:

  • Articolo 1-bis – Fondo per sostenere gli interventi di riqualificazione nei territori interessati dagli eventi sismici
  • Articolo 1-ter – Contributo per la riqualificazione energetica e strutturale realizzata dagli enti del terzo settore, dalle onlus, dalle organizzazioni di volontariato e dalle associazioni di promozione sociale
  • Articolo 4-bis – Misure di razionalizzazione e coordinamento delle agevolazioni fiscali in edilizia
  • Articolo 4-ter – Attività di vigilanza e controllo degli enti comunali in relazione agli interventi di cui all’articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34
  • Articolo 9-bis – Disposizioni finanziarie

La novità più contestata riguarda l’Articolo 4-bis che contiene, come anticipato, alcune disposizioni con le quali si intende ridurre la possibilità di compensazione dei crediti acquistati. Di fatto, si tratta di una vera e propria stretta alle banche sulle compensazioni dei crediti da bonus edilizi. Non ci resta che approfondire l’argomento.

Superbonus, emendamento con stretta del Governo: le novità

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Tra le novità contenute nell’emendamento, si evidenzia che le spese sostenute a partire dal periodo d’imposta 2024, i bonus maturati per gli interventi di superbonus, che accedono al bonus barriere architettoniche (art. 119-ter del decreto Rilancio) o a tutte le forme di sismabonus previste all’art. 19 del D.L. n. 63/2013, dovranno essere ripartiti in 10 quote annuali di pari importo. Inoltre, questa ripartizione non si applicherà agli acquirenti dei crediti edilizi.

È importante sottolineare che per banche, intermediari finanziari, società appartenenti a un gruppo bancario e imprese di assicurazioni, le rate annuali utilizzabili a partire dall’anno 2025 dei crediti d’imposta derivanti dalle comunicazioni di cessione o di sconto relative agli interventi di superbonus, bonus barriere architettoniche e sismabonus ordinario, alle quali è stato attribuito il codice identificativo univoco, sono ripartite in 6 rate annuali di pari importo, in luogo dell’originaria rateazione prevista per tali crediti. Non è possibile usufruire della quota di credito d’imposta non utilizzata negli anni successivi e non può essere richiesta a rimborso.

Nel comma 7 , invece, viene stabilito che a partire dall’entrata in vigore della legge di conversione del D.L. n. 39/2024, non è in ogni caso consentito l’esercizio della cessione del credito in relazione alle rate residue non ancora fruite delle detrazioni derivanti dalle spese per gli interventi che accedono ad uno qualsiasi dei bonus di cui comma 2 dell’articolo 121.

È doveroso precisare che bisognerà attendere i dettagli del testo di conversione del decreto legge 39/2024 che deve essere convertito entro il 29 maggio.

Stretta su tutti i bonus

Le nuove restrizioni non interessano solo il Superbonus, ma anche per il bonus ristrutturazioni che dal 2028 al 2033 scenderà al 30%, contro il 50% previsto ad oggi e fino al 31 dicembre 2024. L’intento del Governo è chiaramente quello di imporre lo stop alla circolazione di moneta fiscale generata dai lavori edilizi e che pesa sui conti pubblici.

Superbonus news

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Superbonus, maxi emendamento del Governo: immagini e foto

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