diAldo Simoni

Indagate in tutto 10 persone tra imprenditori del settore agricolo e funzionari della Regione. Le indagini sono partite nel 2020

Massimo Luciano, di Terracina, dirigente della Regione Lazio, responsabile dell’area decentrata dell’Agricoltura per il Sud Lazio (Latina e Frosinone), è stato sospeso dall’esercizio della sua funzione con l’accusa di corruzione perché in cambio di generi alimentari, in particolare mozzarelle, bottiglie di olio e carburante, nonché attraverso l’assunzione della figlia, avrebbe agevolato alcuni imprenditori agricoli, ciociari e pontini, che avevano inoltrato domanda per ottenere i contributi europei e, allo stesso tempo, per sbloccare le pratiche laddove s’inceppavano per problemi burocratici. Il provvedimento, firmato dal gip del tribunale di Cassino, è stato eseguito questa mattina dai carabinieri forestali di Frosinone.

Le reazioni in Regione Lazio

In Regione tutti lo ricordano come un dirigente estremamente preparato: «La sua porta era sempre aperta – raccontano -. Sempre disponibile, dava a tutti consigli e suggerimenti per mettere a punto e perfezionare le singole pratiche». Pratiche importanti, del valore di centinaia di migliaia di euro, e lui, da oltre 20 anni dirigente del settore decentrato dell’Agricoltura, era la persona più esperta cui rivolgersi. E così sarebbero iniziati i «pacchi regalo», fino all’assunzione della figlia (e promessa di assunzione per l’altro figlio).

L’inchiesta sui fondi europei

L’inchiesta è iniziata nel 2020 quando la Forestale ha iniziato ad indagare sull’erogazione dei Fondi europei per lo sviluppo rurale (Psr). Fondi che vengono gestiti dalla Regione a fronte di un progetto che punti al potenziamento e all’ampliamento delle aziende agricole. Pratiche piuttosto complesse che spesso si arenano per problemi burocratici. Ebbene, i forestali hanno posto la loro attenzione su 6 episodi con relativa denuncia di 10 persone, tra imprenditori del settore agricolo e funzionari della Regione Lazio, per il reato di corruzione per l’esercizio della funzione.

Sei episodi, dalle mozzarelle alla benzina

La figura più importante è quella di Massimo Luciano, 64 anni, prossimo alla pensione, che nel corso degli anni si divideva tra le sedi di Latina e Frosinone. Secondo l’accusa, in quanto dirigente regionale, in cambio di generi alimentari (soprattutto mozzarelle e bottiglie di olio), rifornimenti di carburante per l’auto personale, e l’assunzione di una figlia (con promessa di assunzione anche per l’altro figlio) si sarebbero adoperato a favore degli imprenditori agricoli affinché potessero ottenere i contributi europei.

Ebbene, in un primo caso il dirigente avrebbe ricevuto da un noto imprenditore ciociaro, a cui sono riferibili diverse società che si occupano di allevamento di bufale e di produzione di generi alimentari bufalini, numerose cassette di mozzarella e formaggi, nonché diversi rifornimenti di gasolio per la sua auto «a fronte dell’emanazione di atti del suo ufficio a favore delle aziende».

In un altro caso il dirigente, al fine di favorire la definizione di una pratica relativa ad un finanziamento richiesto dall’amministratore di un’azienda agricola con sede in Romania, ma con attività nel frusinate, avrebbe ricevuto generi alimentari nonché varie bottiglie di vino.

In un terzo episodio il dirigente si sarebbe impegnato alla pronta risoluzione delle problematiche relative al finanziamento da una società cooperativa agricola con sede nel pontino, per ottenere in cambio l’assunzione della figlia proprio presso tale società.

In un quarto caso il dirigente sarebbe stato disponibile alla pronta risoluzione delle criticità che potessero rallentare la chiusura di un procedimento relativo ad un finanziamento chiesto da un imprenditore agricolo del Cassinate; in questo caso avrebbe fatto pressioni presso i funzionari della Regione che, materialmente, si occupavano delle pratiche, ricevendo in cambio il rifornimento di carburante per la sua auto.

In un quinto episodio il dirigente si sarebbe fattivamente adoperato sia per la promozione dell’attività di un noto imprenditore del cassinate, sia per la celere definizione della procedura volta a ottenere un finanziamento richiesto dalla ditta di cui l’imprenditore è titolare, nonché offrendogli rassicurazione sulla veloce risoluzione di ogni problematica. In questo caso avrebbe ottenuto, in cambio, la promessa di assunzione del figlio.

In un ultimo caso il dirigente si sarebbe interessato dei procedimenti a cui teneva un imprenditore titolare di un’azienda olearia, informandolo sullo stato di avanzamento dei procedimenti stessi e rassicurandolo sui tempi di erogazione del finanziamento; in cambio il dirigente avrebbe ottenuto continui rifornimenti di carburante per la sua auto e diverse forniture di olio.

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13 maggio 2024 ( modifica il 13 maggio 2024 | 16:46)

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