In un mondo sempre più digitalizzato e interconnesso, il conto corrente bancario è diventato un elemento indispensabile nella nostra vita quotidiana, fungendo da cardine per la gestione delle finanze personali.

Il conto bancario, infatti, ci consente di effettuare pagamenti, investimenti e finanziamenti e, in più, custodisce i nostri risparmi, delineando in modo significativo il nostro percorso finanziario e la nostra indipendenza economica.

Nonostante l’importanza di questo strumento finanziario, molti sono ancora ignari dei rischi associati al pignoramento del conto corrente, una procedura legale che può incutere ansia e timore, mettendo a dura prova la capacità di una persona di mantenere sotto controllo la propria situazione economica.

Non a caso, le recenti modifiche legislative hanno reso più agevoli le azioni di pignoramento da parte delle autorità fiscali, conferendo all’Agenzia delle Entrate Riscossioni la possibilità di intervenire direttamente sui conti, senza la preventiva autorizzazione di un giudice.

Di conseguenza, stanno aumentando sempre di più i casi di pignoramento del conto corrente.

Per tali motivi, quindi, è importante approfondire e conoscere questo tema, in modo da poter proteggere i propri beni e la stabilità finanziaria della propria famiglia.

In questo articolo vedremo che cos’è e come avviene il pignoramento del conto corrente, quanto dura, e cosa accade quando scatta questa procedura.

 

Che cos’è e quando avviene il pignoramento del conto corrente?

Il pignoramento del conto corrente è una procedura che permette a un creditore, al quale non sono stati corrisposti i pagamenti dovuti, di rivolgersi all’autorità giudiziaria per ottenere il diritto di prelevare le somme direttamente dal conto corrente del debitore.

Secondo quanto stabilito dalla legge, il pignoramento può essere attivato per qualsiasi importo, senza limiti minimi o massimi predefiniti.

Questo significa che, teoricamente, un creditore potrebbe avviare questa procedura anche per un debito di modesta entità.

In realtà, però, i costi associati alla procedura stessa spingono il creditore a valutare attentamente la convenienza di tale azione rispetto all’importo del credito da recuperare.

Il pignoramento può scattare per diversi crediti non onorati, da debiti contratti con banche e finanziarie a mancati pagamenti derivanti da acquisti di beni o servizi.

Uno scenario comune è rappresentato dal mancato pagamento delle rate di un finanziamento.

Quando si verifica tale situazione, la finanziaria richiede l’immediato saldo del debito residuo e, in caso di inadempienza, procede con il pignoramento.

Per dare avvio a questa procedura, il creditore deve prima ottenere un decreto ingiuntivo dal giudice, che costituisce un formale invito al pagamento entro una data prestabilita.

Nel caso in cui il pagamento non avvenga, il creditore può emettere un precetto, ultimo avviso prima dell’effettivo pignoramento.

In pratica, il creditore, avvalendosi di un titolo esecutivo, può procedere al blocco delle somme presenti sul conto corrente del debitore.

Tuttavia, come abbiamo visto all’inizio di questo articolo, ci sono casi in cui il creditore può agire senza il consenso del giudice.

Questo avviene quando i debiti sono stati contratti con l’Agenzia delle Entrate (e con altri enti locali).

Infatti, secondo l’articolo 72 bis, Dpr 602/1973, quest’ultima può disporre il pignoramento del conto corrente in maniera autonoma.

 

Tempistiche della procedura: ecco quanto dura il pignoramento del conto corrente

La procedura di pignoramento del conto corrente segue tempistiche precise che possono influenzare significativamente la situazione finanziaria del debitore.

Innanzitutto, il terzo pignorato deve dichiarare se le somme da pignorare sono effettivamente disponibili sul conto. Successivamente, si procede al pignoramento.

A questo punto, il creditore si trova di fronte a una decisione importante: mantenere il blocco sul conto corrente per recuperare il proprio credito o desistere dalla procedura, liberando il conto.

Per fare questa scelta, il creditore dispone di un periodo di 30 giorni, durante i quali deve valutare se le potenziali somme recuperabili giustifichino le spese sostenute per mantenere attivo il pignoramento.

Questa fase decisionale è fondamentale poiché comporta delle implicazioni economiche per il creditore, che deve affrontare i costi associati alla prosecuzione del pignoramento.

Di conseguenza, la decisione di proseguire o meno con il blocco del conto corrente dipenderà da una valutazione costi-benefici effettuata dal creditore stesso.

Affinché il conto corrente possa essere effettivamente sbloccato al termine dei 30 giorni, è necessaria un’azione esplicita da parte del creditore, che deve comunicare al terzo pignorato, ovvero la banca, la propria intenzione di revocare il pignoramento.

In assenza di tale comunicazione, le banche non hanno la facoltà di agire autonomamente per liberare il conto, rimanendo così in una condizione di stallo fino a quando non riceveranno istruzioni chiare dal creditore.

 

Conseguenze post-procedura: ecco cosa succede dopo il pignoramento del conto corrente

Una volta avviata la procedura di pignoramento del conto corrente, si apre un periodo di attesa che può estendersi per diversi mesi, durante il quale le somme pignorate rimangono bloccate.

Questo intervallo temporale, necessario per la gestione giudiziaria del processo e l’eventuale assegnazione delle somme al creditore, comporta una serie di complicazioni per il titolare del conto, specialmente se dipende da quelle risorse per far fronte alle esigenze quotidiane.

Facciamo un esempio.

Se hai sul conto 10.000 € e ricevi il pignoramento per 6.000 €, il tuo conto non resta bloccato: puoi usare quei 4.000 € “liberi”.

Se invece hai sul conto una somma più bassa di quella del pignoramento, sei con le mani legate: l’accesso ai fondi diventa impossibile, e questa restrizione può gravare sulla gestione finanziaria personale e familiare.

La verità è che chiunque non riesca a saldare un debito può ritrovarsi con il conto pignorato.

L’incubo peggiore, in questi casi, è quello di vedere i propri risparmi andare in fumo, in particolare se ci si ritrova in uno stato di sovraindebitamento, ossia sommersi da una montagna di debiti che non si è capaci di onorare.

Trovarsi nella suddetta condizione non è conseguenza di scelte superficiali o imprudenti.

Al contrario, situazioni di vita critiche quali malattie improvvise, perdita di lavoro o ritardi nei pagamenti possono trasformare in un baleno una condizione finanziaria stabile in una crisi di sovraindebitamento.

In queste circostanze, il pignoramento del conto corrente aggrava la già precaria situazione economica del debitore.

Tale procedura, infatti, limita la sua capacità di affrontare le necessità finanziarie quotidiane e il suo livello di stress e ansia legati alla gestione del debito.

 

Pignoramenti e sovraindebitamento: come uscire dal baratro?

In un contesto finanziario sempre più complesso e incerto, l’Italia ha emanato una legge per tutelare la dignità dei soggetti sovraindebitati: la Legge 3/2012, da luglio 2022 integrata nel Nuovo Codice per la Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.

Il suo obiettivo è quello di fornire un supporto concreto a quegli individui che, nonostante si trovino in una condizione debitoria critica, non intendono sottrarsi alle proprie responsabilità finanziarie, ma cercano piuttosto una soluzione per ripulirsi e ripartire da zero.

Tuttavia, nonostante il suo potenziale e i preziosi benefici a cui consente di accedere, questa legge è ancora poco conosciuta.

Infatti, la complessità delle sue procedure e il bassissimo numero di esperti specializzati in materia, hanno contribuito a decretare un tasso di insuccesso del 73% delle pratiche legate alla sua applicazione.

Di conseguenza, quando ci si ritrova in uno stato di sovraindebitamento, è importante affidarsi a una guida esperta e affidabile.

In questo scenario, grazie all’impegno costante dei suoi professionisti, Legge3.it emerge come un punto di riferimento.

Il percorso verso la libertà dei debiti può iniziare con una consulenza preliminare gratuita offerta da Legge3.it, durante la quale si valuta la possibilità di intraprendere con successo la procedura legale più adatta.

Questo approccio garantisce ai debitori la sicurezza di affidarsi a un team di esperti, che dalla sua ha anche il riconoscimento del bollino “Servizio Sicuro e Verificato” promosso da “Il Salvagente”.

Dunque, uscire dal vortice del sovraindebitamento è possibile, ma richiede il supporto di specialisti qualificati.

Rivolgersi a realtà come Legge3.it rappresenta il primo passo decisivo per chi desidera riconquistare la propria stabilità finanziaria, verso un futuro libero dai debiti.

 

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.



Source link

La rete #adessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento, come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione italiana.
Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui