Oristano Abbandonata a se stessa, naviga a vista con le poche risorse e il poco personale che ha a disposizione. Doveva sparire, ma è ancora lì e ha in carico della funzioni fondamentali per l’andamento del territorio. C’è però un problema gigantesco: è commissariata da anni, i dipendenti su cui può contare sono crollati col passare del tempo e i fondi arrivano col contagocce. Di fronte a tali condizioni, l’allarme rosso lo fa suonare il commissario straordinario della Provincia di Oristano, Massimo Torrente, che assieme alla segretaria generale e agli altri dirigenti dell’ente ha incontrato alcuni dei consiglieri regionali eletti nell’Oristanese. Di fronte a Salvatore Cau, Alessandro Solinas e Antonio Solinas, il commissario ha rotto subito gli indugi e, dopo aver espresso il proprio rammarico per la presenza di soli tre dei sette rappresentanti del territorio eletti, ha rappresentato i gravi problemi che la Provincia di Oristano, ormai da circa dodici anni, sta vivendo. L’ha definita «Una crisi giuridica istituzionale senza fine che ha generato una, altrettanto grave, crisi finanziaria e strutturale dell’ente. In questi anni, abbiamo cercato di dare continuità, per quanto possibile, a funzioni fondamentali come la viabilità, l’edilizia scolastica e le competenze ambientali, convivendo con una situazione insostenibile, senza risorse e con il personale ridotto al minimo. Da oltre trecento dipendenti, siamo passati a un centinaio, una riduzione così drastica che rende difficile portare avanti anche l’ordinaria amministrazione».

Nell’esporre la situazione, Massimo Torrente si è soffermato in particolare sul problema principale che affligge il territorio ovvero la viabilità provinciale: «Gli interventi sono programmati sulla base dei finanziamenti regionali e ministeriali, ma rimane il problema della gestione delle risorse, tenuto conto che la carenza di organico genera criticità in particolare nell’ambito dell’Ufficio tecnico. Sarebbe utile che la Regione estendesse i tempi entro i quali è consentito l’utilizzo delle risorse assegnate, permettendo un margine operativo più ampio rispetto a quello attuale».

Dal canto loro, i consiglieri regionali hanno preso atto delle difficoltà strutturali e finanziarie dell’ente, queste ultime riassunte dalla dirigente Sandra Pili, che ha evidenziato il tracollo delle entrate subito a partire dal 2014, con le trattenute statali per il contributo alla finanza pubblica che superano le entrate tributarie proprie. Uno squilibrio che ha generato un debito con lo Stato, dal 2015 al 2023, di circa 72 milioni di euro, pur restando in capo alla Provincia diverse funzioni, alcune anche delegate dallo stesso Stato. La funzionaria ha precisato che la situazione attuale rende praticamente ingestibile l’attività ordinaria, in particolare quella che interessa la viabilità, con la manutenzione stradale. Su questo punto, dalla riunione è emersa la necessità di predisporre un piano straordinario di manutenzione delle strade provinciali, che vivono una condizione di abbandono di ormai dodici anni. Dovrà essere condiviso da tutte le province sarde con il coinvolgimento della Regione, motivo per cui i consiglieri regionali hanno assicurato l’interesse prioritario da parte del neo assessore regionale ai lavori pubblici, Antonio Piu.

Su tutto c’è il problema primario del sistema degli enti locali in Sardegna, partendo proprio dal commissariamento infinito delle province. I consiglieri Salvatore Cau, Alessandro Solinas e Antonio Solinas hanno accolto l’appello dell’amministratore straordinario per un incremento delle risorse che andranno assegnate alla Provincia di Oristano da parte della Regione, necessarie per far fronte soprattutto all’attività ordinaria, in sofferenza come è emerso dagli interventi dei dirigenti dell’ente.

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